Il contagio
(By Walter Siti) Read EbookSize | 27 MB (27,086 KB) |
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Author | Walter Siti |
In questo paesaggio fatto di pezzi di campagna, villaggi e lembi di metropoli, le loro storie s'intrecciano, unendosi a quelle di personaggi che la borgata l'hanno scelta, per ribellione, per fascinazione. Come Flaminia che s'è sposata Bruno rompendo con la famiglia, o come il professore, che ama Marcello e lo mantiene.
Frastornati dal rumore di fondo - il chiacchiericcio delle donne sulle panchine, gli strilli comici o intimidatori a ogni ora del giorno e della notte, le "pinne" fatte con i motorini -, li seguiamo in un percorso dove non ci sono più alibi, niente o nessuno da salvare. Non la leggendaria vitalità popolare, esaltata in tanti libri e film, non il professore che in questa vitalità presunta ha provato a rigenerarsi, non le ideologie contemporanee, troppo impegnate a simulare paradisi inesistenti.
È il romanzo della corruzione e della cocaina diffuse, del sesso venduto e negato. La periferia di Roma, quelle borgate ridotte a indifferenziata poltiglia si fanno metafora e i borgatari, "antesignani dell'insignificanza", conquistano terreno, diventano avanguardia. Perché mentre le borgate si adeguano ai valori borghesi, come scriveva Pasolini, la borghesia si sta "imborgatando": legge della jungla, sogni di lusso impossibile, indifferenza morale, assenza di futuro - "vivere alla grande fin che si può e crollare quando capita". I due strati si sono contagiati a vicenda, ormai. "Il segreto di una civiltà al tracollo è la consistenza fluida: una geografia collosa, una storia evaporante, un'identità fondente e una criminalità liquida."
In una lingua "presa dal vero" ma non per questo meno letteraria, che contamina il romanesco dei personaggi con l'italiano e piega l'italiano dell'autore verso il dialetto, Siti costruisce un romanzo dove la realtà, confusa e inintelligibile, viene soppiantata dalla rappresentazione, a sua volta imprendibile, illusionistica. Un romanzo che cancella se stesso in un brulicare di mille storie violente e grottesche, la cui somma, alla fine, dà zero.”