“Book Descriptions: Molto ormai si sa del Mito e mistero di nome Emily Dickinson. Donna particolare, affascinante, forte e discreta che - nel silenzio della sua stanza, al primo piano della casa paterna - visse la passione per la poesia, per la lettura e la scrittura: migliaia di componimenti e lettere raccolti e recuperati dopo la sua morte ad Amherst (Massachusetts 1886). Visse anche un'altra forma di passione che alle prime è per lei sottilmente coniugata, quella per la vita. Non solo per la sua e per quella delle persone - uomini e donne - che amò, ma anche per quanto, con onnivora curiosità, cercava dentro e fuori di sé. E poiché, si sa, la passione è desiderio e insieme angoscia, perché stupirsi che oggi leggendo i componimenti qui raccolti da Barbara Lanati - già traduttrice di Emily Dickinson (Silenzi, Feltrinelli 1986) e sua biografia (Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli 1988) - sia difficile a prima vista intuirne la datazione? Risalgono all'Ottocento, o al Novecento, o al secolo un cui viviamo? Nella stanza di Emily Dickinson Barbara Lanati entra in punta di piedi, con rispetto per gli oggetti lasciati e con il desiderio di portare alla luce "altri tesori". Di sollevare i veli che nascondono alcune - tra le tante - "maschere" dell'artista americana: Emily reclusa, Emily innamorata della pittura, Emily teorica della poesia, Emily amante, Emily innamorata respinta, Emily che respinge chi ha di fronte. Emily irriverente. Surrealista ante-litteram. Minimalista, non perché i suoi componimenti siano "minimi", abrasivi, allucinatori, ma perché con la realtà quotidiana stabilisce un rapporto "moderno". La accosta senza mai trascenderla. Saranno gli oggetti a raccontarla: un microscopio, una mongolfiera, una cantina, la porta e le pareti di una stanza, una serratura e un cancello. È da essi e intorno a essi che muovono il suo sguardo e la sua parola.” DRIVE