Ternura
(By Gabriela Mistral) Read EbookSize | 25 MB (25,084 KB) |
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Author | Gabriela Mistral |
«Tenerezza» è suddiviso in sette sezioni: Ninne Nanne (33 poesie), Girotondi (20 poesie), La Delirante (8 poesie), Scherzi (5 poesie), Narratrice del Mondo (18 poesie), Quasi Scolastiche (21 poesie) e Racconti (3 poesie).
La prima sezione fa parte di quel genere letterario indubbiamente tra i più amati da Gabriela Mistral. Nelle sue splendide note «Colofone con viso di scusa», considera le ninne nanne come dei «colloqui diurni e notturni che la madre fa con la sua anima, con suo figlio e con lo spirito della Terra visibile di giorno e udibile di notte». E divagando sull’origine delle «ninne nanne», in un paragrafo delle stesse note, così scrive:
«Potrebbero non servire a niente e le farei lo stesso. Forse a causa del fatto che la mia vita fu dura, benedissi sempre il sonno e lo considero come la più grande grazia divina. Nel sonno ho posseduto la mia casa più ampia e leggera, la mia vera patria, il mio dolcissimo pianeta. Non ci sono praterie così spaziose, così pianeggianti e così delicate per me come le sue. Alcuni tratti di questi canti di culla, a volte uno o due versi ben riusciti, mi danno la familiare via d’uscita verso il mio furtivo paese, mi aprono la fessura o la botola della fuga. Il punto della musica in cui il bambino se la svigna e lascia la madre burlata e cantando inutilmente, quest’ultimo gradino lo conosco molto bene: su tale o quale parola, io e il bambino giriamo la schiena e fuggiamo lasciando cadere il mondo, come il fastidioso mantello nel correre… Desidero dire con questa divagazione che non persi la «ninna nanna» dei due anni: mi addormento ancora sopra un vago supporto materno e passo frequentemente da una frase tralasciata di mia madre o mia, al grande grembo oscuro della Madre Divina che dall’altra sponda mi raccoglie come un’alga rotta che per tutto il giorno fu percossa e torna a lei». «Tenerezza» come scrive l’insigne poeta, saggista e critico letterario cileno Jaime Quezada nel suo prologo al libro «Gabriela Mistral – Antología de Poesía y Prosa (Antologia di Poesia e Prosa)», ha come parte del suo contenuto molto di quella che fu e volle essere l’infanzia della poetessa, ma non in una maniera ingenua o puerile di fare autobiografia. Gabriela Mistral ricrea a suo piacimento e a suo capriccio, il suo mondo, farneticante, di realtà e di incantesimi. Ninne nanne per cantare la lepre rossiccia e la viscaccia bruna. Ninne nanne che recuperano ciò che di più genuino e tradizionale esiste del folclore infantile-adulto cileno, latino-americano, spagnolo antico. «Anche gli uomini necessitano di una ninna nanna affinché rappacifichino il loro cuore», dice Gabriela Mistral, quando scrive i suoi minuti poemi -apparentemente minuti-, che necessitano amore e vicinanza (Dammi la mano, Paura) e che denunciano la drammaticità sociale (Piedini, Manine, La casa, La terra).”