“Book Descriptions: In un piccolo albergo di Parigi, La dixième muse, i cui arredi sono ispirati alla storia del cinema, mentre aspetta di incontrare il figlio esule per terrorismo, lo scrittore Gioacchino Martinez, Chino, ricorda la sua infanzia in Sicilia, negli anni della guerra, la tragedia infantile, rimossa, che ha segnato la sua vita, e un altro trauma tanto più piccolo, ma non meno ossessivo: un film visto all'oratorio, Judex, dove le avventure di un giustiziere in manto nero venivano improvvisamente interrotte dalle incursioni belliche. Situazione simbolica di una vita mutila essa stessa, troncata in due dalla fuga da una Sicilia feroce e dalla delusione per una Milano che ha tradito l'utopia. La vita di Gioacchino è ferita dalla consapevolezza di aver consegnato in eredità ai figli un Paese da odiare, dal disamore per una letteratura degradata, complice di troppe colpe. La vita di Gioacchino è segnata dallo strazio per una moglie molto amata e coinvolta nella stessa lontana tragedia, una donna che non è riuscita, come lui, a dimenticare per sopravvivere. Quando decide di ritornare a Palermo, Gioacchino compie un gesto analogo a quello che, a Parigi, lo spinge alla cineteca Gaumont per rivedere il film troncato nella sua infanzia. E siccome i fili dell'esistenza spesso si riannodano per coincidenze inesplicabili, a Palermo incontra un altro "Judex", che è diverso da quello di un tempo, ma è come se ne fosse una proiezione ideale: un giudice senza mantello, che crede nello Stato, nella legge che amministra, un uomo che, andando a trovare la madre nel palazzo di fronte a quello dello scrittore, incontrerà un'atroce fine. Terzo, dopo Il sorriso dell'ignoto marinaio e Nottetempo, casa per casa, dei grandi romanzi di Consolo, Lo Spasimo di Palermo arriva, dopo l'Unità d'Italia e la nascita del fascismo, impietosamente ai giorni nostri. Non c'è, in queste pagine, assoluzione per nessuno: per chi scrive, per la Sicilia e per Milano, oggetti di invettive che resteranno tra le pagine consoliane più dolorose e alte, per i vecchi e per i giovani, per i rivoluzionari e per i borghesi; terribile bilancio di una generazione, di un Paese. Il lettore troverà alcuni, pochi, di quei tipici, "innocenti" personaggi cari a Consolo, come il mite Mauro, zio di Gioacchino, studioso di botanica, e il fioraio mastr'Erasmo, che parla per proverbi; troverà figure retoriche, elenchi, allitterazioni, esemplari della sua prosa più lucente e lavorata, ma scoprirà anche che, mai come in queste pagine, la scrittura è stata così vicina agli estremi dell'urlo e del silenzio, mai le responsabilità e le colpe di questi personaggi sono state così vicine, così prossime alle nostre.” DRIVE